I fattori terapeutici di un modello integrato di psicoterapia psicoanalitica online

I fattori terapeutici di un modello integrato di psicoterapia psicoanalitica online

Non necessariamente l’assenza di fisicità agisce come ostacolo quando si cerca di sviluppare una relazione feconda ed emotivamente coinvolgente tra il terapeuta e il paziente

Luciano Di Gregorio

Il metodo psicoanalitico tradizionale e i suoi successivi sviluppi teorici sostengono l’importanza di preservare le caratteristiche del setting in un ambiente fisico condiviso. Il setting viene inteso sia come l’ambiente fisico, il set vero e proprio, come può essere lo studio con i suoi arredi e i suoi oggetti, sia l’ambiente emotivo in cui avviene l’incontro. L’incontro tra analista e paziente deve avvenire in uno spazio fisico condiviso separato dal mondo reale che funge da contenimento del paziente.

L’ambiente che funziona da ambiente contenitivo serve per favorire la regressione del paziente, ed è utile per stimolare un’esperienza emotivamente coinvolgente in cui diventano accessibili i contenuti inconsci che attingono al passato relazionale del paziente, facendo riferimento in particolare alla relazione conflittuale con i genitori nel corso dell’infanzia e al fatto che tali contenuti relazionali possano essere riattualizzati nella relazione di transfert.

Nel processo analitico, sappiamo quanto sia importante poter accedere al linguaggio non verbale, quello veicolato dal corpo, i cui contenuti carichi di intenzionalità sottese e più prossime all’inconscio sono decifrabili solo attivando tutti i canali sensoriali a disposizione. L’assenza del corpo fisico nella relazione terapeutica è uno dei temi più dibattuti dagli psicoanalisti e, più in generale, dai teo­rici che si sono interessati alla terapia a distanza. Il confronto tra i due modelli di intervento ha messo in evidenza il limite delle terapie online che si svolgono a distanza, e le conseguenze che questa assenza di fisicità comporta per la cognizione di sé e per quella rivolta alla conoscenza della relazione con l’altro.

Nella pratica terapeutica online, le persone si parlano attraverso uno schermo e non condividono lo stesso ambiente. La visione della persona è limitata al busto e al volto, la mimica e la gestualità sono solo parzialmente accessibili all’osservatore. Se si prendono, allora, in consi­derazione le differenze che esistono tra un metodo e l’altro, con riferimento sia al setting che allo scambio interpersonale a valenza emotiva, la psicoterapia tramite computer potrebbe essere considerata una semplice simulazione di un’esperienza terapeutica condotta in presen­za e in uno spazio fisico condiviso.

Convegno psicoterapia 04Secondo il mio punto di vista, che è supportato da numerosi studi internazionali che hanno dimostrato l’efficacia della psicoterapia praticata attraverso lo schermo, non necessariamente l’assenza di fisicità agisce come ostacolo quando si cerca di sviluppare una relazione feconda ed emotivamente coinvolgente tra il terapeuta e il paziente. Nel lavoro terapeutico online, per comprendere ciò che di significativo accade tra il terapeuta e il paziente, bisogna allora attrezzarsi di alcuni strumenti che possano favorire la conoscenza dei contenuti impliciti della comunicazione e la comprensione del linguaggio non verbale. In assenza di fisicità e di un ambiente condiviso diventano importanti l’ascolto emotivo e l’attenzione agli stimoli sensoriali quali la percezione corporea e l’immaginazione, che sono processi che si attivano anche nell’interazione mediata da uno schermo. Lo sforzo di attenzione del terapeuta ai propri vissuti emozionali e alle proprie sensazioni diventa necessario per sopperire, appunto, alla mancanza di un contatto umano diretto vissuto in uno spazio fisico condiviso.

Ritengo che fattori quali l’insight, l’ascolto emotivo e l’esperienza emozionale condivisa siano esperibili anche online, solo che nel rapporto attraverso lo schermo questi fattori, che sono considerati indispensabili per rendere efficace il processo terapeutico, dipendono dalle persone più che dallo spazio condiviso, e dalla disposizione empatica del terapeuta e dalla sua capacità di rappresentarsi mentalmente i contenuti emozionali che nascono nell’interazione con l’altro. Ma potremmo chiederci come può avvenire questa forma di conoscenza emozionale profonda se non c’è uno scambio umano diretto e la stessa esperienza interpersonale non avviene in uno spazio condiviso.

Il nostro sapere implicito, a livello neurologico, si basa sostanzialmente sull’attivazione delle reti neurali della parte destra del cervello, adibita alla ricezione delle emozioni e delle sensazioni, dove si attivano i cosiddetti neuroni specchio che furono scoperti nel 1996 dai ricercatori del gruppo di Parma (Gallese, Rizzolatti et al.1997). Questi speciali neuroni, che stanno alla base dell’empatia, sono lo strumento che permette agli esseri uma­ni di capire le azioni e le intenzioni degli altri anche solo osservan­do il loro comportamento, poiché nel cervello di chi osserva si produce una simulazione incarnata di ciò che viene osservato.

Secondo Vittorio Gallese, alla luce di quanto emerge dalla teoria dei neu­roni specchio e della simulazione incarnata, ogni forma d’interazio­ne interpersonale dovrebbe permettere di comprendere, o quanto meno di indurre ipotesi, e costruire rappresentazioni mentali di ciò che inconsciamente sta vivendo l’altro in quel preciso momento in cui si manifesta in una relazione; in sostanza ogni interazione interper­sonale dovrebbe creare in ciascuno dei partecipanti una induzione inconscia di ciò che l’altro sta provando (Gallese, 2007).

In base a queste considerazioni, possiamo allora indicare quali sono i fattori terapeutici che caratterizzano in modo particolare la psicoterapia psicoanalitica online e che, più in generale, rendono efficace un trattamento mediato da un computer anche in assenza della fisicità e della visuale completa del corpo.

Il primo fattore è rappresentato dall’empatia; solo “patendo” l’altro dentro di noi siamo in grado di comprendere il suo vissuto emotivo.

L’altro fattore terapeutico è rappresentato dal pensiero intuitivo che favorisce la comprensione e l’elaborazione della componente implicita della comunicazione, anche in assenza di tutti i canali sensoriali veicolati dal corpo. Nella terapia online il pensiero intuitivo utilizza le sensazioni provate e le immagini mentali che si costruiscono nel­la relazione semplicemente osservando il comportamento dell’altro. Questa forma di pensiero che favorisce la conoscenza dell’altro si attiva se solo ci lasciamo andare a uno stato mentale che non cer­ca di comprendere con la ragione ciò che avviene, ma agisce sulla base di sensazioni corporee e rappresentazioni mentali non ancora organizzate all’interno di un pensiero razionale, e strutturate in una forma di linguaggio.

Il terzo fattore è rappresentato dalla mentalizzazione. Il processo di mentalizzazione si appoggia sulla componente implicita della comunicazione che rappresenta la base pre-coscienziale dei processi che servono a costruire immagini mentali dell’altro dentro di sé, cioè a sentire empaticamen­te l’altro e a rappresentarselo mentalmente con tutto il bagaglio di intenzionalità che caratterizza il suo essere in relazione con l’altro da sé. La mentalizzazione da parte del terapeuta aiuta a trasmettere al paziente ciò che egli ha vissuto in quella particolare relazione, in modo che il paziente possa guardare se stesso come dentro uno specchio e riconoscere aspetti di sé, oppure può rimandare al terapeuta tutto quello che non sente come proprio. A sua volta il paziente può descrivere i suoi vissuti al terapeuta, e in questo scambio continuo di rappresentazioni di sé e dell’altro da sé possono nascere nuovi concepimenti sia nel paziente che nel terapeuta che, a quel punto, possono interagire in maniera più consapevole all’interno della relazione.

Oltre all’ascolto emotivo sono dunque la mentaliz­zazione e il pensiero intuitivo gli strumenti terapeutici integrati fra loro che ci aiutano a capire il senso dei comportamenti del paziente, anche se noi osserviamo solo una parte della sua corporeità e interagiamo con lui attraverso lo schermo.

La stessa capacità di ascolto e di comprensione possiamo favorirla anche nel paziente, che può comprendere il senso del suo agire e interagire con noi attraverso le immagini e le emozioni correlate che si manifestano nel corso dei colloqui, e che nella terapia online possiamo condividere con lui.

Scopri di più sul congresso

In primo piano