In occasione di un intervento di chirurgia estetica, la scelta del medico chirurgo è sicuramente preminente rispetto alla struttura ove questo opera.
Di frequente, infatti, i medici chirurghi estetici affittano la struttura dove eseguiranno l’intervento, versando un corrispettivo.
Ciò avviene anche in mancanza di un rapporto di lavoro subordinato tra la struttura e il medico chirurgo.
In caso di intervento chirurgico mal eseguito, il paziente può rivalersi anche sulla struttura dove è stato eseguito l’intervento.
La Giurisprudenza ha difatti chiarito che “la struttura sanitaria risponde a titolo contrattuale dei danni patiti dal paziente, per fatto proprio, ex art. 1218 c.c., ove tali danni siano dipesi dall’inadeguatezza della struttura, ovvero … ex art. 1228 c.c., ove siano dipesi dalla colpa dei sanitari di cui l’ospedale si avvale, e ciò anche quando l’operatore non sia un suo dipendente.” (Cass. Civ. Sez. 3, Sent. n. 1043 del 17/01/2019).
Ne deriva che la struttura sanitaria potrà essere chiamata a rispondere delle condotte dolose o colpose del medico chirurgo a prescindere dal fatto che il medico specialista sia stato scelto dal paziente e non sia un dipendente della struttura.
Ai fini dell’accertamento della predetta responsabilità, spiegano gli Avvocati Alessandra Giordano ed Elena Laura Bini, il paziente dovrà provare di aver subito un’operazione presso la struttura chiamata a rispondere del danno lamentato, l’insorgenza o l’aggravamento della patologia e l’inadempimento del medico chirurgo estetico idoneo a provocare il danno lamentato.
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