Cristian Ciardi, giornalista piemontese che stiamo seguendo nel suo percorso dal Camino de Santiago all’oceano Atlantico, lungo il Cammino Muxia-Finisterre raggiunge, al termine della terza tappa da 35 chilometri, Muxía.
In cammino verso l’oceano.
Partenza alle ore 6.40, c’è ancora un po’ di buio a farci compagnia fino alla prima salita verso O Logoso, il primo pueblo che incontreremo dopo quasi 4 chilometri. Tutti di salita.
Partiamo in 4, le altre due pellegrine partiranno dopo di noi per riposare un po’ di più.
A O Logoso facciamo colazione poi riprendiamo il cammino verso Hospital, 5 chilometri più avanti. Qui ci speriamo.
Al bivio: Fisterra-Muxía, sono l’unico a prendere per Muxía. Il mio cammino deve finire a Fisterra. Ci rincontreremo, o meglio, ci incroceremo il giorno dopo quando faremo il cammino inverso.
E così inizia il mio cammino solitario verso la fine del mondo.
Dopo un tratto che costeggia la statale si scende per un bellissimo sentiero tra i boschi.
Sono pochi i pellegrini che scelgono di arrivare prima a Muxía, incrocio solo una signora francese e un signore tedesco con cui avevo cenato due sere prima a A Pena.
Ognuno però cammina solo con i suoi pensieri e quindi ci incrociamo più e più volte lungo tutta la tappa.
Verso le 11 arrivo nel piccolo pueblo di Senande dove decido di fare una sosta per una seconda colazione.
Erroneamente chiedo una tortilla… senza aggiungere “pincho de”. E quindi mi arriva una razione intera. 🤦🏻♂️
Insomma, più che una seconda colazione è un pranzo anticipato.
A questo punto, mancano a Muxía circa 17 chilometri.
Riparto senza più nessuna sosta.
Verso le 13:30 affronto la discesa che mi porta a Merexo, e qui per la prima volta vedo l’oceano.
Tutta l’emozione che non ho avuto arrivando a Santiago la libero alla vista dell’immensità atlantica.
Ma a Muxía mancano ancora 8 chilometri circa e le mie gambe sono davvero molto indolenzite.
Le salite e le discese continuano ad alternarsi, bisogna soffrire fino all’ultimo…😅
Per fortuna il tempo è clemente, circa 20ºC con un po’ di vento che in parte fa sentire meno la fatica.
Un’ultima discesa di circa 1 chilometro e poi finalmente l’arrivo a Muxía. L’albergue per il quale ho optato è il Bela Muxía.
Ottima posizione, è vicinissimo al Virxe da Barca. La chiesa costruita sugli scogli vicino al faro di Muxía.
Qui si trova anche un monumento dedicato alla petroliera Prestige affondata nel novembre del 2002 riversando in mare buona parte delle 77 tonnellate di greggio che trasportava.
Ma la chiesa della Virxe da Barca ha conosciuto anche il rischio di essere distrutta da un incendio nel Natale del 2013. Ma dopo solo un anno venne completamente restituita al pueblo di Muxía.
Questo è un luogo carico di storia e di tradizione. Il culto della Virxe da Barca ha origine durante il Pellegrinaggio di San Giacomo. Si racconta che la Madonna del Pilar apparve all’apostolo a bordo di una nave di pietra e lo invitò a persistere nel suo intento di evangelizzazione della penisola iberica.
Sulla scogliera vi sono alcune pietra che rappresentano la chiglia, il timone e la vela della barca.
Cristian Ciardi, giornalista impegnato nel Cammino di Santiago
Le gambe stanche di Cristian non si fermano: alla scoperta della città prima di riposarsi per la tappa successiva.
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