L’Italia è campione d’Europa. E la gioia incontenibile: dopo 18 mesi di buio si riaccende la luce nella notte più bella con un’esaltante senso di felicità collettiva che, dopo un anno e mezzo di distanze, mascherine e limitazioni, mancava come non mai.
Spesso è costume diffuso parlare male del nostro paese: quella sorta di continua autoflagellazione, che mette sempre in risalto i vizi del nostro popolo, i suoi difetti, i limiti della sua storia, senza mai considerare le nostre virtù, quello che abbiamo fatto per noi e per gli altri. Questo ha contribuito ad acuire un giudizio negativo sull’Italia e sulle sue carenze ma sono oggi tutte le possibilità per alzarsi in piedi, e dare una visione migliore del futuro all’Italia e all’Europa. L’euforia della vittoria ora si può trasferire anche sulla fiducia delle famiglie e delle imprese, sul made in Italy all’estero e quindi anche sulla crescita economica. Dopo la brusca frenata registrata nel 2020 a causa delle restrizioni dovute al Covid (-8,8%), l’economia è già in una fase di sostenuta ripresa.
Il calcio e la Nazionale concorrono a fare il nostro Paese più credibile, stimato, inclusivo e ricco: tutte le maggiori ricerche stimano l’impatto della grande vittoria nello 0,7% del PIL.
Gabriele Gravina, presidente della Federazione, al premier Mario Draghi.
Ricordiamolo: siamo una SQUADRA!
