Quando un chiamato all’eredità accetta l’eredità del de cuius il patrimonio di quest’ultimo si confonde con quello dell’erede.
Ciò significa che delle eventuali passività del de cuius risponde l’erede con tutto il suo patrimonio.
Per circoscrivere le conseguenze economiche di una successione onerosa la Legge prevede che il chiamato all’eredità possa accettare con beneficio di inventario. In questo modo l’erede risponde di eventuali debiti del de cuius soltanto con il patrimonio ereditario, evitando che i creditori del de cuius possano aggredire anche il patrimonio personale dell’erede.
Si tratta di una facoltà che la Legge riserva ad ogni chiamato all’eredità che non può essere limitata dal de cuius. Eventuali divieti che il de cuius abbia inserito nel testamento, infatti, non hanno alcun valore.
Pe poter accettare l’eredità con beneficio di inventario, la Legge richiede che il chiamato dichiari tale volontà davanti ad un notaio, oppure davanti al cancelliere del Tribunale del circondario in cui si è aperta la successione. Questo adempimento è fondamentale in quanto, in mancanza, l’accettazione si considera pura e semplice.
Gli avvocati dello Studio Legale Lambrate precisano che
Questo istituto è sottoposto al rispetto di precise regole, pena la decadenza del beneficio. Anzitutto, se il chiamato all’eredità è in possesso dei beni ereditari, quest’ultimo deve compiere l’inventario dei beni nel breve termine di tre mesi dall’apertura della successione e deve poi decidere se accettare o rinunciare entro i successivi 40 giorni. Il mancato rispetto di questi termini fa si che il chiamato sia considerato erede puro e semplice. Come pure, l’erede che ha accettato con beneficio di inventario, perde il beneficio se aliena i beni immobili dell’eredità senza la preventiva autorizzazione del Giudice.
Alessandra Giordano e Elena Laura Bini, avvocati dello Studio Legale Lambrate
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